Compito di un giornale di bordo è inseguire gli avvenimenti più che enunciarne la trama. La puntualità in questo caso fa premio sull’ermeneutica. La fiducia è che gli accostamenti favoriscano la ricerca delle cause. E la convinzione – trasmessami dal domenicano francese Marie-Dominique Chenu – è che il cogliere lo svolgimento di un processo in presa diretta ne aiuti insieme la comprensione e la collocazione in un posto adeguato, anche quando si tratti di un mondo globalizzato.
Il poco di verità che ci è dato di cogliere (l’espressione è di Giuseppe Lazzati) favorisce non tanto l’accumulo quanto l’intelligenza delle cose. Ovviamente non sempre il gioco riesce. Ma non è colpa dell’intenzione e del format.
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